AssIEA chiede il pieno rispetto della norma istitutiva del Modello Unico di Dichiarazione ambientale (MUD)

I professionisti iscritti all’Associazione Italiana degli Esperti Ambientali (www.assiea.it) invitano le imprese, gli enti, le associazioni e i consulenti ambientali a sottoscrivere la seguente petizione.

Con il Modello Unico di Dichiarazione ambientale si realizza la comunicazione annuale al Catasto dei rifiuti, disciplinata dall’articolo 189 del D.Lgs. 152/2006. La rilevazione statistica, che coinvolge ogni anno oltre quattrocentomila unità locali di enti e imprese, è relativa alla produzione, al trattamento, alla raccolta e trasporto, all’intermediazione e al commercio senza detenzione di rifiuti riferiti all’anno precedente rispetto a quello di presentazione.

Quasi ogni anno, però, viene prevista una più che tardiva ridefinizione della struttura e dei contenuti informativi della dichiarazione e un’immediata applicazione delle nuove disposizioni, in luogo di un differimento delle nuove modalità di compilazione all’anno successivo.

Anche il 2024 conferma che l’eccezione si è ormai trasformata in una regola, perché il DPCM 26 gennaio 2024 – Approvazione del modello unico di dichiarazione ambientale per l’anno 2024 – è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il 2 marzo, privo degli allegati e quindi dei contenuti determinanti per comprendere le modifiche apportate al formato per la trasmissione dei dati.

Le conseguenze di queste scelte sono evidenti. Le imprese e gli enti tenuti a compilare e ad inviare telematicamente il MUD, non essendo stati preventivamente informati della necessità di raccogliere e mantenere disaggregati determinati dati, si trovano a dovere affannosamente ricostruire quelle informazioni che, invece, avrebbero potuto rilevare ed elaborare puntualmente nel corso dell’anno. Questo modo di procedere, ormai è certo, compromette l’accuratezza e l’affidabilità dei dati raccolti, obiettivi fondamentali che dovrebbe perseguire ogni rilevazione statistica.

L’art. 6, comma 2-bis, della Legge 25 gennaio 1994, n. 70, la norma che ha istituito il MUD, dispone quanto segue:

«Qualora si renda necessario apportare, nell’anno successivo a quello di riferimento, modifiche ed integrazioni al modello unico di dichiarazione ambientale, le predette modifiche ed integrazioni sono disposte con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale entro la data del 1° marzo; in tale ipotesi, il termine per la presentazione del modello è fissato in centoventi giorni a decorrere dalla data di pubblicazione del predetto decreto».

Nel caso in cui il DPCM sia pubblicato dopo il 1° marzo, come è avvenuto anche quest’anno, è del tutto evidente come la norma citata preveda che le modifiche si debbano applicare solo dall’anno successivo (2025 riferito al 2024).

Chiediamo quindi il pieno rispetto della norma vigente, perché l’immediata applicazione delle modifiche è in contrasto con le motivazioni che avevano condotto le associazioni imprenditoriali e il sistema delle Camere di Commercio a richiedere ed ottenere, mediante la Legge 23 marzo 2001, n. 93, di introdurre la data limite del primo marzo con l’obiettivo di dare almeno un minimo di certezza alle centinaia di migliaia di soggetti tenuti a compilare e ad inviare la dichiarazione.